E’ l’allenatore del momento. Fa giocare bene la squadra, si accontenta di quello che passa il convento, non ha pretese particolari ma soprattutto ha garbo stile e signorilità. Lui è Michele Facciolo tecnico della Vibonese il quale ha accettato l’invito di partecipare tv Pianeta Dilettanti per raccontarci la favola Vibonese che dopo la vittoria di Licata si rilancia per i primi tre posto della classifica. Infatti al momento nella lotta per la promozione in Serie C, sembrano essersi distaccate quattro squadre: Vibonese, Siracusa e Scafatese leggermente attardata la Reggina ma attenzione al Sambiase che al momento è la squadra più in forma del campionato. . Queste formazioni viaggiano a ritmi simili, che le hanno portate a staccarsi in classifica dagli altri club. Noi di Pianeta Dilettanti abbiamo intervistato uno dei protagonisti del girone I, l’allenatore della Vibonese Michele Facciolo. Ci ha raccontato la sua storia: dai campi di periferia ai tanti anni passati accanto a Giacomo Modica (attuale allenatore del Messina), ispirato dal mito di Zdenek Zeman, fino al momento attuale con i calabresi. Infine ha detto la sua anche sul girone competitivo che la Vibonese sta affrontando.
Facciolo e il DS Ettore Meli hanno iniziato l’avventura alla Vibonese, nonostante a inizio stagione il destino dei due sembrava essere sempre insieme ma ad Acireale. L’allenatore avrebbe potuto raggiungere il direttore sportivo in Sicilia ma la trattativa, che sembrava ormai chiusa, alla fine non è andata in porto: “A maggio avevo praticamente chiuso con l’Acireale, ma alla fine non abbiamo trovato l’accordo. Non ero disposto a fare compromessi, né io né il direttore Meli. Volevamo piena autonomia nelle decisioni tecniche – ha spiegato Facciolo – quindi, almeno io, ho preferito non firmare, per evitare problemi futuri. L’Acireale è una piazza importante, ma non era la situazione giusta per noi.” Siamo stati anche ad un passo dalla Reggina ma non si fece nulla considerato che il DS amaranto ( Bonanno) per suoi evidenti problemi prendeva del tempo ed io non potevo aspettare . Peccato davverio perché Reggio per me è una grossa piazza e sarebbe stato un onore poter allenare la Reggina. Ma non sono affatto pentito della scelta che ho fatto. Anzi mi auguro di iniziare un lungo percorso assieme al DS Melio che io considero la vera punta di diamante di questo importante progetto che è appena iniziato La storia di Michele Facciolo è una di quelle che lasciano il segno. Chi ha la fortuna di ascoltarlo percepisce la sincerità delle sue parole e i sacrifici fatti esclusivamente per inseguire la sua passione: il calcio. L’allenatore nativo di Pizzo Calabro è una persona vera e genuina, che ha inseguito la sua passione per il calcio. La sua storia parte da lontano, dai campi di periferia, ma soprattutto dalle visite agli allenamenti di Zeman, l’allenatore che lo ha ispirato: “Io sono stato un seguace di Zeman fin dai tempi del Foggia. Mi piaceva il suo calcio, il suo modo di intendere il gioco. Andavo spesso a vedere i suoi allenamenti; ero affascinato dal suo calcio, che era innovativo negli anni ’90.”
Grazie a Zeman, Michele Facciolo ha potuto conoscere colui che definisce un fratello: Giacomo Modica. Con l’attuale allenatore del Messina, l’allenatore della Vibonese ha condiviso tantissime stagioni e avventure, dai campi di periferia fino alla Serie C, formando un duo affiatato: lui come vice e Modica come allenatore. “Modica per me è molto più di un amico: è stato ed è come un fratello. Abbiamo condiviso tutto, dal campo agli spogliatoi e anche momenti lontani dal calcio. Quando ti trovi bene con una persona a livello umano e professionale, diventa naturale costruire qualcosa insieme. E poi ancora: “Lui (Modica) è un martello, un allenatore che ti entra nella testa. Prende giocatori normali e li trasforma, infatti poi tanti sono stati protagonisti in Serie B e in A. Ho adottato molti dei suoi principi, soprattutto la centralità del lavoro sul campo e il calcio offensivo.”
La scelta di allenare da solo
Dall’anno scorso, Facciolo ha scelto di “spiccare il volo da solo”. “Ho deciso di intraprendere un percorso autonomo perché, dopo tanti anni con Modica, sentivo il bisogno di mettermi alla prova. Avrei potuto farlo prima, ma senza contatti nel settore è difficile trovare opportunità.”
Lo scorso anno ha guidato il Città di Sant’Agata verso una salvezza tranquilla e a un passo dai play-off: “L’anno scorso mi sono staccato da Modica e ho ricevuto una proposta dal Città di Sant’Agata. Nonostante lo scetticismo iniziale dei tifosi, ho avuto il supporto di due grandi direttori, Amati e Meli, che mi hanno sostenuto nei momenti difficili e mi hanno dato una squadra che rispecchiasse le mie idee calcistiche. Dopo una stagione positiva, è arrivata la chiamata della Vibonese, dove avevo già lavorato con Modica: era un’opportunità che non potevo rifiutare.”
Filosofia di gioco: calcio offensivo e bel gioco
Essendo un “seguace” di Zeman, come lui stesso si definisce, Facciolo non poteva che adottare un calcio offensivo e di dominio: “Voglio che la mia squadra giochi un bel calcio, propositivo, cercando di comandare il gioco e costruire dal basso, anche se questo comporta dei rischi. Prepariamo le partite settimanalmente in base agli avversari, inserendo esercitazioni che richiamano le situazioni reali di gara. I ragazzi, mi stanno facendo divertire sia in allenamento che in partita, stanno assimilando sempre più l’identità di gioco che propongo, e questo è il risultato più gratificante.”
L’allenatore della Vibonese sottolinea anche i sacrifici fatti nelle categorie minori e l’importanza di aver lavorato con Modica: “La mia carriera è iniziata in categorie minori e, anche se non ho giocato in Serie A, B o C, la mia passione mi ha spinto a fare sacrifici e iniziare ad allenare dai giovani fino alla C2. La mia esperienza con Modica è stata fondamentale: abbiamo condiviso anni di lavoro e posso dire che il nostro legame è più forte di quello con le nostre famiglie. Ho imparato molto da lui. Oggi, però, mi piace aggiornarmi e adattare le mie idee al calcio moderno, studiando allenatori più o meno emergenti.”
Facciolo sulla classifica: “Non mi preoccupo tanto della classifica quanto della crescita della squadra”
Però adesso torniamo a parlare di attualità, perché, come detto in precedenza, Michele Facciolo insieme al DS Ettore Meli in estate hanno scelto di sposare il progetto Vibonese fortemente voluti dal Presidente Pippo Caffo, che continua a scegliere allenatori che possano portare un credo offensivo e che diano qualità e freschezza al gioco dei rossoblu: “Abbiamo una squadra di qualità, costruita grazie al lavoro del direttore sportivo Meli. Nonostante abbiamo cambiato 20 giocatori rispetto alla scorsa stagione, i principi di gioco sono comunque rimasti simili, perché la volontà del presidente è sempre quella di ottenere risultati tramite il gioco, a testimoniarlo sono anche le scelte di Busce e dello stesso Modica che hanno allenato e fatto bene qua a Vibo.”
Adesso però, la Vibonese è seconda in classifica a meno tre dalla vetta e, sicuramente, non vorrà nascondersi. Noi abbiamo chiesto a Facciolo se si fosse mai aspettato di potersi ritrovare così presto primo in classifica e quanto sarà difficile poter mantenere il primato: “Ho capito subito che avevo una squadra di qualità già dai primi giorni di ritiro. All’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà. Siamo cresciuti di partita in partita, migliorando nelle prestazioni, che sono fondamentali per mantenere i risultati. Non mi preoccupo tanto della classifica quanto del percorso di crescita della squadra, che deve mantenere alte prestazioni per costruire fiducia e autostima. Dopo ogni gara, il pensiero del gruppo è già rivolto alla sfida successiva, senza eccessi di entusiasmo: siamo concentrati e consapevoli che la priorità è continuare a lavorare duro.”
Vibonese senti Facciolo: “I rinforzi vanno scelti con attenzione”
La Vibonese, in estate, ha costruito un organico importante che adesso guarda tutti dall’alto verso il basso, però diversi addetti ai lavori ritengono che la rosa, anche rispetto alle dirette avversarie, a disposizione di Facciolo sia troppo corta:
“Ho imparato che i rinforzi vanno scelti con attenzione: prendere un giocatore sbagliato può rompere l’equilibrio dello spogliatoio. Preferisco un gruppo coeso, anche se significa avere una rosa più corta. Chi non gioca, si allena di più e questo mantiene alta la qualità degli allenamenti. La gestione del gruppo è delicata, ma i miei ragazzi stanno dimostrando grande impegno e professionalità.”
“Quest’anno il campionato è molto competitivo”
il Girone I della Serie D è molto più equilibrato rispetto agli anni precedenti: “Quest’anno il campionato è molto competitivo e il livello si è alzato. Ogni partita presenta sfide diverse e bisogna lavorare sugli errori. Il girone di ritorno sarà ancora più difficile, con partite su campi complicati e squadre in lotta per la salvezza.”