Intervista rilasciata ai colleghi di Serie D 24
Un vero professionista è colui che riesce a portare avanti il proprio lavoro anche nelle condizioni più difficili. Questa è la storia di Bruno Trocini, allenatore della Reggina, che ha affrontato una stagione particolarmente complicata a Reggio Calabria, culminata con il raggiungimento della finale play-off contro il Siracusa.
“È stata la stagione più difficile che qualsiasi squadra potesse avere,” afferma Trocini in esclusiva a seried24.com. “Partire a metà settembre e giocare dopo una settimana, costruire una squadra in pochi giorni, e poi affrontare 11 partite in 34 giorni. Questa situazione ci ha penalizzati, distaccandoci subito dalla vetta. Essere cacciati dal proprio centro sportivo, obbligandoci a girovagare per campi, non ha per niente aiutato. Nonostante tutto, abbiamo raggiunto la finale, e i ragazzi sono cresciuti molto. Sono venuto a Reggio per costruire qualcosa, e penso di esserci riuscito. Una stagione positiva, nonostante tutto.”
Un allenatore ambizioso, con un importante trascorso in Serie C sulle panchine di Rende, Francavilla e Potenza. Poi la scelta della Reggina, la sfida calabrese. La sua esperienza terminerà ufficialmente il 30 giugno:
“Avrei voluto continuare per vedere i frutti del lavoro svolto,” continua Trocini. “Ma non sarà così. Ho ricevuto tanti apprezzamenti per il lavoro fatto in queste condizioni difficili. Mi auguro di trovare una panchina all’altezza, con la volontà di fare bene. Ho partecipato tre volte ai play-off per la Serie B. Sono stato in Serie D solo per la Reggina, una sfida che mi affascinava molto. Ritengo di dover ambire a categorie superiori.”
Il (passato) futuro di Bruno Trocini
Trocini, nonostante le difficoltà avute dalla Reggina durante questa stagione, afferma di non aver avuto problemi con la società:
“Personalmente credo che allenatore, ambiente e giocatori debbano trovarsi. Si può essere minuziosi nella propria gestione, non lasciare nulla al caso e comunque non raccoglierne i frutti, che allenare in maniera più basica e goderne positivamente, ottenendo grandi risultati. Ritengo che la mia storia dica che non ho mai avuto nessun tipo di problema con nessuna società, sono abituato a costruire, a creare un’ambiente positivo.”
Guardando avanti, Trocini è aperto a nuove opportunità e sfide. “Ho avuto una chiacchierata con una squadra di Serie C che ha chiamato me come altri allenatori,” rivela. “Non so come andrà, ma sono pronto ad ascoltare e a lavorare”.
La passione di Trocini per la tattica è stata una costante nella sua carriera. “Mi sono sempre interessato alla tattica, cercando di migliorarmi continuamente, già da calciatore” spiega. “Non pensavo di diventare allenatore, ma ora sono già 10 anni che faccio questo lavoro.”
“Reggina? Un grande gruppo, grandi professionisti”
Con un approccio basato sul rispetto reciproco, Trocini ha sempre cercato di creare un ambiente positivo. “Sono un allenatore che dà molto rispetto e lo richiede,” afferma. “Sono strafelice del gruppo di quest’anno. A Reggio, una piazza delusa dopo la discesa nei dilettanti, nonostante le difficoltà, abbiamo creato un bellissimo gruppo. Ci sentiamo spesso, c’è rammarico per quello che stavamo creando”.
Trocini infatti, non dimentica di ringraziare i suoi giocatori per la loro dedizione e adattabilità. “Barillà è stato straordinario, lo ringrazio pubblicamente per essersi adattato a diverse posizioni in campo,” dice. “Anche Mungo, Porcino, e Adejo, sono stati eccezionali per la loro disponibilità.”
Trocini infine attribuisce gran parte del suo lavoro al supporto del suo staff. “Il mio staff a Reggio è stato eccellente,” dichiara. “Non posso fare a meno di professionisti come Saccà e Polito. Un allenatore ha bisogno di un buon team.”