PALLONE E PALLONATE di Antonio to Strangio Giornalista
San Luca – Siracusa 1 – 0
Il San Luca batte il Siracusa e per gli addetti ai lavori il merito non è dei calciatori in maglia giallorossa che hanno giocato alla pari e senza nessun timore reverenziale contro i più quotati avversari. Secondo gli esperti con la E maiuscola, va trovato il responsabile e nel caso specifico la sconfitta, anche se di misura degli aretusei che forse non si aspettavano un san luca così determinato e soprattutto cambiato nel corpo e nello spirito, è da attribuire alle cattive condizioni in cui versa il terreno di gioco del Corrado Alvaro.
E’ vero si che il manto erboso dello stadio di via Santa Venere è in condizioni disastrose, ma è anche vero che su questo campo non ha giocato soltanto il Siracusa, ma anche il san luca. E non venitemi a dire che i calciatori siciliani, molto più dotati sul piano della tecnica individuale, hanno trovato più difficoltà a contatto con un campo il cui terreno di gioco quanto prima sarà riconvertito in sintetico di ultima generazione. Calciatori come Ficara, Pelle, Romero, Pino, Diarra, per citare soltanto i più raffinati sul piano della tecnica individuale non hanno nulla da invidiare ai più quotati avversari che forse di superiore hanno soltanto l’ingaggio e il fatto che giocano e rappresentano una realtà che per il blasone calcistico e la densità demografica merita di calcare campi di serie superiore.
E su questo terreno di gioco i nostri bravi ragazzi vi giocano la metà delle partite di una intera stagione non soltanto una come succede al Siracusa o alle altre compagine del girone.
La verità è che nel calcio quasi sempre si tende a giustificare l’ingiustificabile e si continua ad avere la cattiva abitudine, tutta italiana, di non riconoscere i meriti dell’avversario che pur essendo di una spanna inferiore, nell’occasione è stato superiore e più concreto. Come è successo al San Luca che contro i siciliani di Cacciola ha sofferto a tratti soltanto dopo essere passata in vantaggio, perché nel primo tempo le cose migliori degne di essere raccontate sono state tutte del San Luca, e perché nel finale di una partita che gli ospiti hanno timbrato soltanto con Aliperta che ha colpito in pieno una clamorosa traversa, è stato Ficara, sfortunato all’ennesimo potenza, a sfiorare la rete del raddoppio con un tiro a giro che avrebbe emulato in tutto e per tutto le famose traiettorie inventate dal grande Alessandro Del Piero.
A conti fatti il san luca ha meritato i tre punti perché non ha sbagliato nessuna mossa, perché sul piano tattico Mancini ha dato una lezione al pur bravo Cacciola e perché il San Luca è stato tutto cuore, sostanza e intelligenza.
Insomma, prendendo a prestito una battuta di alcuni tifosi sanluchesi che circola sui social, quattro tappi hanno imbottigliato il Siracusa. Ed è vero perché se togliamo Totò Pelle in questo momento uno dei più forti calciatori di tutto il girone, che viaggia sul metro e novanta, la media centimetri della squadra giallorossa viaggia sotto il metro e settanta a differenza di quella siciliana che si permetteva in campo tre calciatori sopra il metro e novanta e tutto il resto sopra il metro e 75. Numeri e centimetri che nel computo finale possono e spesso fanno la differenza. Il San Luca non è più l’armata Brancaleone che all’andata è stata sommersa sotto una valanga di reti, ma un gruppo di gladiatori che bene supporta gli elementi di maggiore tecnica e perché non nutre più nessun timore reverenziale nei confronti dell’avversario di turno.
Chiudo con una battuta tutta per gli addetti ai lavori. Invece di intestardirvi a trovare il pelo nell’uovo che poi pelo non è, perché non cercate di concentravi sul fatto che il San Luca è in serie positiva da nove giornate, e anche sabato nell’undici titolare, tra primo e secondo tempo ha sempre avuto in campo quattro ragazzi nati e cresciuti a San Luca, più uno in corso d’opera? Un lusso che in serie D si può considerare un record se consideriamo il rapporto con i circa tremila abitanti del paese di San Luca. E perché tutto il resto è figlio di un comprensorio e una provincia che nel calcio potrebbe e dovrebbe ottenere di più.