PALLONE E PALLONATE
Di Antonio Strangio Giornalista
Una vittoria che sa tanto di miracolo nel nome di don Mimmo Mercuri
La sconfitta per certi versi clamorosa, contro una squadra che viaggia spedita verso l’Eccellenza, perché non credo che da qui alla fine si verificheranno altri miracoli, ci dice a chiare lettere che il San Luca non si è ancora ripreso dal devastante dramma patito il 22 febbraio scorso, e che la squadra attuale, incerottata per tre quattro – undicesimi, dipende senza ombra di dubbio da un calciatore che purtroppo non c’è più: Marco Pezzati. Perché con Marco il guerriero, in campo, sicuramente non avremmo preso il gol del 2 a 1, e molto probabilmente la squadra della Piana che con tutti si è calata le brache, ci avrebbe pensato due volte prima di bastonarci di brutto e portare la gara sul piano dello scontro fisico. Con un altro arbitro, anche se a dire il vero quello di oggi non mi è dispiaciuto, il numero tre avrebbe raggiunto gli spogliatoi molto prima e il rosso avrebbe determinato la gara del numero cinque che dopo essere stato ammonito per due fallacci su Pelle, ha colpito la palla con entrambe le mani nell’area del San Luca facendo finta di averla invece colpita con la testa. Questi episodi, molto importanti nell’economia di tutta la partita, non vogliono e non devono nella maniera più assoluta giustificare una sconfitta che pur essendo clamorosa, per quello che si è visto in campo, soprattutto nel secondo tempo, la Gioiese in qualche modo l’ha meritata, ma soltanto far presente ai ragazzi del San Luca che se non si danno una mossa, e se non dedicheranno questa nuova settimana a un esame di coscienza prima individuale e poi collettivo, nel tentativo di capire che cosa sta succedendo e il perché di tanta involuzione che ovviamente non può essere attribuita soltanto alla disgrazia che ha colpito la famiglia giallorossa, la salvezza diretta e, in ultima analisi i playout in casa con due risultati su tre a favore, rischiano di diventare una chimera per non dire un terno a lotto. E il messaggio va recapitato a tutti i calciatori, nessuno escluso, a partire da quelli come Fiumara, Sofrà, Pelle, Romero e Mazzone che stanno tirando la carretta e non si stanno risparmiando, mentre ci sono altri, su tutti Alessandro Ficara che ancora devono far vedere l’immenso talento di cui sono dotati. Se vogliamo mettere la freccia e svoltare per lasciare ad altri la patata bollente degli spareggi secchi, dobbiamo ritrovare quella cattiveria agonistica e forza di gruppo che in passato, e anche nella parte iniziale del girone di andata e la prima parte di quello di ritorno, sono stati il nostro marchio di fabbrica. La serie D per un paese come San Luca è un patrimonio molto importante. Una sorte di serie A con vista sull’Europa. Perderla significa oscurare e indebolire sul piano dell’immagine e delle emozioni che poi sono anche motivazioni, un paese e una comunità che nel calcio ha trovato una dimensione che non è soltanto sportiva, ma anche e soprattutto sociale.
Domenica al Corrado Alvaro arriva il Città di Sant’Agata, la parola d’ordine è vietato sbagliare. Ma per farlo i calciatori del San Luca devono fare quadrato, tirare fuori gli attributi e dimenticare…Marco. Anzi che dico, giocare per Marco il quale a quest’ora sarà incazzato e incavolato forte, perché con lui in campo ieri sarebbe stata sicuramente un’altra partita e un’altra musica. Chiudo con una battuta che poi è una sorte di elogio a chi non c’è più. Ho aperto questo pezzo scrivendo che la vittoria della Gioiese sa tanto di miracolo, e che a questo punto soltanto un intervento divino può rimettere in gioco una squadra che viaggia con un distacco così netto a otto giornate dal termine. Quello di oggi, il miracolo, è stato firmato e voluto da un personaggio amato e ben voluto da tutti che ha fatto la storia del calcio dilettantistico calabrese, un maestro di vita e di sport che nel corso della sua lunga quanto interessante vita, ha insegnato a migliaia di ragazzi le magie del gioco del pallone, e che oggi, a pochi giorni dalla sua dipartita, ha chiesto un permesso speciale al PadreEeterno per affacciarsi sul mondo che ha lasciato da poco e guidare i ragazzi della squadra che di più amato verso una vittoria sulla quale nessuno alla vigilia avrebbe scommesso un euro: Il compianto don Mimmo Mercuri, un signore d’altri tempi, l’unico e vero protagonista di una vittoria che purtroppo alla Gioiese, non so quanto potrà servire, e alla fine rischia soltanto di complicare il cammino e il destino di una squadra il San Luca che, ieri, vincendo avrebbe superato in classifica sia il Portici che il Locri , le due squadre che nell’eventualità di un arrivo a pari punti supererebbero il San Luca nella famosa quanto indesiderata classifica avulsa.